lunedì 20 giugno 2011

BILL WARREN: TROVERò IL CORPO DI BIN LADEN E LO RESTITUIRò ALLA FAMIGLIA


di Enrica Perucchietti


«Come molti altri cittadini americani, non credo e non ho fiducia nel Presidente. Obama ha un ego smisurato […] Non è leale nei confronti dell’America. È un impostore. Un disgustoso truffatore. […] Ha fatto molte promesse in campagna elettorale che non ha mantenuto. Ci aveva promesso lavoro. Un migliore sistema sanitario. Infrastrutture, etc. Invece ha fallito miseramente mentre sempre più americani perdono casa, macchina, lavoro».


Non usa mezzi termini Bill Warren per descrivere il proprio pensiero sull’amministrazione Obama.

Non è stato facile contattarlo. È balzato agli onori della cronaca internazionale per la sua decisione di cercare negli abissi del Mar Arabico la salma di Osama bin Laden. È un personaggio eccentrico con la passione della musica e dell’archeologia subacquea, ma non è uno sprovveduto. Anzi. Stanziando un budget di circa 500 mila dollari, ha organizzato la spedizione che tra meno di due settimane partirà alla volta del Pakistan per gettar luce sulla “verità” diffusa dalla Casa Bianca sulla morte dello Sceicco del Terrore.

Per avvicinarlo ho disseminato il web di messaggi, registrandomi in forum di collezionisti di reperti antichi e cercando le sue tracce ovunque. Finchè non sono riuscita a contattarlo. Volevo capire direttamente da lui che cosa lo aveva spinto realmente a intraprendere questa spedizione. Con la gentilezza e la disponibilità di un uomo d’altri tempi mi ha rilasciato una lunga intervista promettendomi di tenermi aggiornata durante la spedizione e di risentirci poi al suo ritorno. Questo materiale, che inserirò nel mio prossimo libro, dedicato proprio a Osama bin Laden e ai nuovi equilibri di geopolitica in Medio Oriente, può rivelarsi davvero esplosivo. E non soltanto in senso figurato. Se da un lato la missione ha suscitato l’interesse dei Media internazionali, dall’altra rischia di ritorcersi contro di lui. L’unico modo per uscirne “vincente” sarebbe rinvenire nei fondali marini il corpo di un sosia di bin Laden che i Navy Seals potrebbero aver utilizzato come diversivo. In questo caso consiglierei a Bill di non far ritorno in California, dubito che troverebbe un comitato d’accoglienza ad aspettarlo… Qualora non si trovasse nulla non si scioglierebbe il dubbio sulla morte del terrorista saudita: è davvero stato ucciso dai Navy Seals e i suoi resti sono stati sbranati dagli squali, oppure non è mai esistito alcun corpo e la versione del Pentagono è stata tutta una montatura per far risalire Obama nei sondaggi in vista della ricandidatura per le prossime elezioni?

Se si dovesse invece trovare il corpo del vero Osama bin Laden – Warren è già attrezzato per la prova del DNA e ha offerto alla famiglia bin Laden di restituire la salma per una degna sepoltura – rischierebbe ritorsioni da parte del Pakistan e di Al Qaeda e nel migliore dei casi il pubblico ludibrio in Patria.

Perché allora un imprenditore che non ha bisogno di soldi né di pubblicità come Warren ha deciso di imbarcarsi letteralmente in un’impresa così pericolosa?

Ce lo spiega lui stesso, raccontando con slancio patriottico di essersi indignato per “le bugie di Obama” che «ha guadagnato consensi con la supposta morte di bin Laden, nonostante la totale assenza di prove a supporto». Ma perché partire per una spedizione che alcuni potrebbero bollare per una pagliacciata e altri come una missione suicida? «Perché Obama sta portando alla rovina questo Paese» risponde Warren, facendo suoi gli argomenti della destra repubblicana. Così si unisce alle invettive di Donald Trump in merito al famigerato certificato di nascita: «Questa è un’altra delle ragioni che mi spingono a non credere nelle parole del Presidente. Si è sempre rifiutato di mostrare il suo certificato di nascita e ora, dopo più di due anni, ne mostra uno che contiene delle evidenti incongruenze. Su questo mi associo a Donald Trump nel giudicare Obama un impostore».

In quanto conservatore, Warren giudica come un vero e proprio fallimento la missione in Libia. Non però, perché non si sarebbe dovuto intervenire sul territorio libico, ma perché il Pentagono avrebbe dovuto mantenere il comando delle operazioni e non cederlo alla NATO, giudicata da Warren troppo “debole”: «L’America non avrebbe mai dovuto permette alla NATO di subentrare nella direzione della campagna militare. L’America avrebbe la capacità di risolvere i problemi sul suolo libico in UN SOLO giorno», riferendosi alla cattura o uccisione di Gheddafi.

Tornando a Osama, Warren spiega i suoi dubbi in merito alla versione fornita dalla casa Bianca: «Personalmente, il 75% del mio cervello mi dice che l’America ha ucciso Osama bin laden il 2 maggio con uno o due colpi in testa e uno al petto. Ma, è davvero troppo strano che il mio Presidente si sia rifiutato di mostrare foto e/o video del cadavere. La maggior parte dei miei amici stranieri, musulmani, ma anche russi o tedeschi, non crede alla storia della sua morte. Questa è una delle ragioni che mi spingono ad andare a cercare il corpo. Se lo troverò, lo offrirò alla famiglia bin Laden per un’appropriata sepoltura».

Detto fatto. Senza perder tempo e per assicurarsi la protezione del clan saudita, Warren ha contattato la famiglia bin Laden attraverso il sito della Compagnia, promettendo loro la salma in caso di ritrovamento. Ma prima di ciò sarà necessaria la prova del DNA. Su questo fronte il genetista Ryan Lehto, specializzato nelle analisi anche su frammenti antichi o corrotti di DNA, si è offerto di svolgere gratuitamente le analisi in caso del ritrovamento del corpo.

Ora noi spettatori non possiamo che attendere che la spedizione abbia inizio.

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