lunedì 30 maggio 2011

A OBAMA PIACE IL GRANDE FRATELLO

di Enrica Perucchietti

Credo sia uno strumento importante per noi”.
Parola del Presidente americano Barack Obama, che per l'ennesima volta dimostra di promettere una cosa e di fare l'esatto opposto. Senza doversi giustificare né tantomeno spiegare nel dettaglio le sue improvvise virate, che farebbero invidia a Paul Cayard.
Mentre gli occhi del mondo erano puntati su Deauville, sulla generosità dell'Occidente per finanziare le “democrazie” nascenti dalla primavera araba o sulle gaffes nostrane di Berlusconi, il presidente americano ha dato il via libera in sordina alla conferma del famigerato Patriot Act, estendendo il pacchetto di limitazioni alla privacy per altri 4 anni. Fino al 2015. In attesa che anche l'Obamacare, la riforma sanitaria voluta dal presidente democratico, introduca “finalmente” i microchip sottocutanei come metodo di controllo della popolazione. Per il 2015 saremo forse più vicini al sistema politico immaginato da George Orwell in 1984 e da Aldous Huxley in Il Mondo Nuovo: sorvegliati, manipolati, sotto l'occhio costante dei satelliti del Governo che già ora “vigila” mail o telefonate di pubblici cittadini senza neppure l'esigenza che siano sospettati di terrorismo.
Non potendo firmare di persona la legge, Obama ha permesso che la Casa Bianca utilizzasse una “autopen”, una penna automatica che replica la sua firma. Se il rinnovo non fosse arrivato entro la mezzanotte del 27 maggio la legge sarebbe infatti decaduta. E il nostro premio Nobel alla Pace [sic.] non poteva certo permetterlo. Come avrebbe potuto dare vita a una distopia di sapore orwelliano senza le ampie misure di sorveglianza elettronica per combattere il terrorismo ma soprattutto vigilare sulla privacy dei normali cittadini?
Dopo la notizia della “morte” di Osama Bin Laden il Pentagono ha avviato un ulteriore giro di vite nel campo della Difesa investendo altri milioni di dollari per l'anti terrorismo: che pare sempre di più agire contro il popolo americano.
Il Patriot Act, sentito dalla maggioranza della popolazione all'indomani dell'11 Settembre, era poi divenuto intollerabile quando ci si era resi conto delle assurde limitazioni e degli abusi che esso comportava.
E proprio il Messia multietnico che aveva incantato le platee di mezzo mondo aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe eliminato quelle fastidiose misure di sorveglianza. Così come aveva promesso in 16 mesi il rientro delle truppe dall'Iraq o la chiusura di Guantanamo, una green revolution, o misure anti crisi per sostenere i contribuenti – mentre ha optato per il salvataggio delle Grandi Banche che ne avevano finanziato la campagna elettorale e la scalata alla Casa Bianca.
Coincidenze?
O scarsa memoria delle promesse per ora disattese punto per punto?
A sostenere ancora il nostro Presidente afroamericano, la notizia della morte di Bin Laden che gli ha permesso di risalire nel consenso di ben 11 punti percentuali in sole due settimane. Prima della cattura – e della scomparsa del corpo – del califfo del Terrore, Obama navigava in cattive acque. Il suo consenso era in caduta libera e addirittura un personaggio stravagante come Donald Trump era riuscito a metterlo in difficoltà costringendolo a pubblicare on line il certificato di nascita...

Anche in seno al Grande Fratello si annidano i rivoltosi. Ciò serva da lezione ad Obama: “tirare” troppo la corda in “democrazia” non è come cazzare una vela... è una cazzata e basta.

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